Semper Fidelis.

In breve

La grafica 3D e l'arte sono le mie grandi passioni. Per questo ho creato una Galleria dove mostrarvi i miei disegni, sperando che questi siano apprezzati.

Nella sezione Pencilworks ho riportato alcune mie poesie in Inglese. Sono scritte volutamente in una lingua straniera, dato che desidero che chi provi a leggerle compia uno sforzo di attenzione in più.

Alcune Foto mie e di miei amici. Nient'altro da aggiungere, sappiate solo che ci sono molte foto goliardiche, siate preparati! :D

 

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Una dote leggendaria

Molti secoli fa, circolava voce di una leggenda. Se n'è perso quasi totalmente traccia, ed i protagonisti hanno fatto la medesima fine di tutti gli altri Elfi.
Ma andiamo con ordine. La storia narra di Kusari, uno degli Elfi più ricchi in assoluto. Possedeva grandi appezzamenti di terra e famose erano le sue due botteghe, dove persino i re andavano a rifornire i propri castelli. In lunghi anni mise da parte una tale ricchezza da andare oltre l'immaginabile. E tutto questo tesoro venne rinchiuso in segreto, e lo stesso Kusari disse: "questo tesoro sarà la Dote di mia figlia, che andrà all'uomo che la prenderà in sposa."

Purtroppo la figlia dell'elfo non era bella. Kalyima. Donna molto dolce, ottima atleta, bel fisico e stedentessa molto acuta. Le mancava solo una cosa: la bellezza delle altre Elfe. Nonostante questo molti erano i pretendenti, moltissimi aspiravano alla sua mano, attirati dalle ricchezze che il padre avrebbe concesso in dote. E questo la ragazza lo sapeva bene: stanca dei pretendenti che si fingevano meschinamente innamorati, era quasi infuriata quando sentiva lodi che non le appartenevano. E questo le recava molta infelicità.

Il padre, deciso che Kalyima avesse raggiunto l'età di sposarsi annunciò questa intenzione ed invitò tutti i giovani Elfi a farsi avanti. Ma sapendo bene le motivazioni che molti di questi potevano avere, proclamò: "Mia figlia sposerà un uomo che desideri lei, e non la sua dote, per questo il suo futuro marito dovrà mostrarmi il suo benessere, di modo che io mi convinca che le sue intenzioni non sono di avarizia." Questa richiesta allontanò la maggior parte dei pretendenti. Pochi rimasero. Quelli che tornarono alla dimora di Kusari erano accompagnati da esotici servitori, e loro stessi erano vestiti di stoffe argentate, esibendo un nobile portamento. Recavano con loro armi finemente lavorate, e le loro scarpe erano minuziose opere d'arte. Ma nessuno poteva competere con uno di loro: tale Welyn Naerillie. Il giovane uomo, di cui nessuno prima sentì nominare, veniva su un carro in ebano decorato in oro, trainato da due piccoli cuccioli di viverne. Le sue vesti erano il prodotto di squisita manifattura, e seco portava sette valletti, sette giovani elfi atletici e ben vestiti.

Ma tutto questo non era ancora abbastanza per il padre di Kalyima, che pose un'altra sfida: "L'uomo che sposerà mia figlia deve essere una persona intelligente, non voglio uno stolto come cognato, dovrà essere acuto, per aiutarmi nei miei affari". Questo allontanò molti dei pretendenti rimasti, alcuni visibilmente scocciati, altri che si resero conto che la loro vita da mantenuti non aveva mai dato adito di usare molto il loro ingegno. Ma nonostante queste ripetute sfide, altri uomini si fecero avanti, millantando arcaiche conoscenze, citando grandi filosofi, e dicendosi studiosi. Ancora si fece avanti Welyn Naerillie, chiedendo di poter essere ospite la sera stessa a cena per parlare un poco. Kusari fu molto colpito dall'intelligenza irriverente ma acuta di Welyn, il quale lo sorprese scrivendo in antiche rune magiche.


Ma nemmeno questo sfoggio di autentica conoscenza giunse a convincere definitivamente Kusari che avanzò un'ulteriore pretesa: "Kalyima verrà concessa in sposa solo all'uomo che potrà renderla felice, e che saprà farla sorridere". Il giorno dopo Kalyima si trovò assediata da moltitudini di poeti e compositori che raccontavano storie buffe, la elogiavano e ne tessevano una bellezza in maniera troppo forzata. Tutto questo non fece altro che ricordarle il suo volto poco grazioso, e con una lacrima sul volto corse da suo padre. Infuriato Kusari scacciò via tutti i falsi, e rimase a fissare con sospetto Welyn, seduto ed immobile da tempo. Accortosi di essere osservato il giovane elfo si alzò e dinnanzi a padre e figlia disse: "Farò sorridere tua figlia. Anzi, la farò ridere, ma prima acconsenti a sposarci, la prossima settimana. Se poi entro un ora da adesso lei non sarà compiaciuta dalla mia compagnia, allora il tuo consenso potrà essere revocato". Kalyima non sorrise, ma posò morbidamente i suoi occhi sul giovane, piena di curiosità. "Chiedo solo per un attimo di vedere la dote".

Visto che nessuno era arrivato al punto dove Welyn si era spinto il padre acconsentì, e tutti e tre si avviarono verso cunicoli segreti nei quali era nascosto il tesoro di Kusari. Dopo molto camminare giunsero ad un primo portone, che richiedeva l'uso di 3 chiavi contemporaneamente per essere aperto. Ogni tentativo di scassinare avrebbe provocato la morte del ladro, ucciso da una moltitudine di spade che sarebbero state rilasciate dal soffitto. Il secondo sigillo era di natura magica: una serie di rune arcane che se non lette accuratamente avrebbero scaturito decine di freccie avvelenate. Aperto pure questo sigillo si trovarono tutti e tre dinnanzi alla grande stanza che avrebbe dovuto racchiudere il tesoro. Avrebbe...

La camera era infatti vuota. Con orrore Kusari disse: "la dote di mia figlia! Siamo perduti! Chi mai può avere fatto questo???" E Welyn disse: "Un umile, ma capace ladruncolo, credo..." al che Kalyima ed il padre si girarono stupiti verso il giovane. "Un uomo che ha molto amato vostra figlia, ma la cui povertà non avrebbe mai concesso una seppur blanda possibilità con Kalyima. Non finchè misi le mani sul tesoro". Lunghi istanti passarono, istanti di pesante silenzio. Kusari stava diventando rosso di rabbia feroce, quando Kalyima fragorosamente irruppe in una risata ed abbracciò Welyn Naerillie. Servì qualche istante in più a Kusari, per capire che l'uomo che si trovava dinnanzi avrebbe reso Kalyima una donna autenticamente felice, e lo avrebbe aiutato con il suo indubbio ingegno negli affari. "Sarai un mascalzone ma hai perseverato pur avendo già il tesoro, interessato solo alla mano di mia figlia."

Inutile dire che la settimana dopo Welyn e Kalyima erano sposati. Vissero in armonia ed innamorati, entrambi aiutando il progressivamente più anziano Kusari negli affari... il quale aveva il buon senso di mai chiedere al cognato da dove provenissero quelle monete d'oro extra che ogni tanto vedeva arrivare...