Da sempre adoro l'astrolonomia e tutto ciò che lo studio dell'universo ci può insegnare. Non tutti sanno che su
http://www.nasa.gov
si possono seguire pure molti lanci delle missioni spaziali, ma non è questo di cui vorrei parlare, ma bensì di una missione spaziale nello specifico: questa è la storia vera di una piccola sonda, la Voyager. E di un piccolo puntino blu.
Le due sonde gemelle, Voyager1 e Voyager2 sono state lanciate nel 1977 quando molti di noi ancora non erano nati e si tratta di una delle missioni spaziali più riuscite di sempre.
Lo scopo del Voyager è andare il più lontano possibile, recuperare dati e trasmetterceli. Abbiamo imparato più dalle sonde Voyager, da questi solitari viaggiatori, che da tutte le altre missioni messe assieme. E non è un modo di dire...questi due piccoli apparecchi si sono spinti nei luoghi più lontani mai raggiunti da qualcosa costruito dall'uomo.
Dopo anni di viaggio, il 14 Febbraio 1990, il team della NASA decise che sarebbe stata una buona idea far voltare per un attimo la sonda e farle scattare un'immagine della terra, poco oltre Saturno. Da quella distanza la terra sarebbe stata minuscola, sicuramente non ci sarebbe stato alcun dettaglio interessante. Il nostro pianeta sarebbe stato indistinguibile, un pixel solitario. Ma proprio per l'oscurità di quella foto ne sarebbe valsa la pena.
E' già stato compreso da filosofi e scienziati dell'antichità che la terra è un piccolo puntino in un vasto e complesso universo. Ma nessuno aveva mai visto la terra in questo modo. Questa era la nostra prima possibilità di vedere la terra da così lontano e forse sarebbe stata l'ultima possibilità per qualche decennio.
Quindi... ecco qua sotto. In una foto sfocata e zoomata, ma altrettanto intensa ed importante storicamente.
Siamo un piccolo punto di luce su uno sfondo di stelle. La terra sembra seduta su un raggio di luce, come se ci fosse un significato particolare in questo piccolo mondo, ma in realtà è solo un errore di geometria e di ottica. Non c'è nulla di magico in quell'effetto. Un semplice errore di ottica.
Ma la parte più importante in assoluto è che in questa foto non c'è traccia degli umani. Non si distingue nè il nostro modo di far violenza alla superficie terrestre, nè le nostre macchine, nè noi stessi. Da questo punto rialzato, la nostra ossessione con le nazioni è totalmente futile. Siamo troppo piccoli! Nella scala universale, gli esseri umani sono totalmente irrilevanti. Un sottile strato di vita, su una piccola roccia sospesa nello spazio, questo è quel che mi fa venire i brividi.
Considera ancora quel piccolo puntino. E' qua, è la nostra casa, è noi stessi.
Su di esso, tutti quelli di cui sei venuto a sapere, ogni essere umano che ci sia mai stato, tutti hanno vissuto là. L’insieme di tutte le nostre gioie e sofferenze, migliaia di religioni, ideologie e dottrine economiche, ogni eroe ed ogni codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e contadino, ogni giovane coppia teneramente innamorata, ogni bambino pieno di speranza, ogni madre e padre, ogni moralista, ogni artista, ogni politico corrotto, ogni divo ed ogni barbone, ogni duce supremo, ogni santo e peccatore nella storia della nostra specie vissero là, su un granello di polvere sospeso in un raggio di Sole.
La terra è un palcoscenico molto piccolo in un’enorme arena cosmica.
Pensa ai fiumi di sangue versati da tutti i generali ed imperatori affinchè in gloria e trionfo loro potessero divenire i padroni momentanei di una frazione di un puntino.
Pensa alle crudeltà senza fine che gli abitanti di un angolo del puntino sono in grado di infliggere sugli abitanti di un altro angolo appena distinguibile del puntino. Così frequenti i loro malintesi, così ansiosi sono di uccidersi l'un l'altro, così fervente il loro odio.
La nostra presunzione, la nostra immaginata auto-importanza, la nostra illusione di avere una posizione privilegiata nell'Universo, sono sfidate da questo puntino di luce pallida, che dovrebbe far ridimensionare il nostro orgoglio e la nostra importanza.
Il nostro pianeta è una macchiolina solitaria avvolta nel grande buio cosmico. Nella nostra oscurità, in tutta questa vastità, non c'è neanche la speranza che possa arrivare un aiuto per salvarci da noi stessi.
Si dice che l'astronomia insegna la modestia, e io aggiungo, che è un’esperienza che costruisce il carattere.
Io penso che non c’è forse nessuna migliore dimostrazione della follia della presunzione umana, che questa immagine da lontano del nostro piccolo mondo.
Secondo me, essa sottolinea la nostra responsabilità e la necessità della razza umana di preservare e curare teneramente quel pallido puntino blu, l'unica vera casa che abbiamo mai conosciuto.
Pace a voi tutti.
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